martedì 20 ottobre 2015

Ricomincio da Valencia

Cielo terso, temperatura piacevole, lieve brezza, profumo di mare e di resina: finalmente di nuovo in viaggio, forzando gli impedimenti della vita.....si riparte da Valencia!



Città soleggiata, grandi strade, giardini meravigliosi, angoli storici, cartoline dal futuro, e mare.....tanto mare. 




Valencia appare come una macchina del tempo: il presente annega nel passato con la stessa originalità con cui si tuffa nel futuro!
La sua estensione è notevole, ma è altrettanto sorprendente il sistema di trasporto pubblico efficiente e sicuro; si pensi che l'aeroporto è collegato con il centro città dal servizio di metropolitana.
La sua storia si respira tra le strade dell'antico Barrio del Carmen, il centro storico sede delle principali forme di espressione dell'arte gotica valenciana, dalla Cattedrale al campanile di El Miguelete, da Plaza de la Reina alle Torres de Serranos, che, insieme alle torri di Quart, costituivano le porte della città. Oggi questo è il quartiere delle serate giovanili, del divertimento, dei locali notturni, delle cene caratteristiche.






Il distretto centrale della città comprende anche i quartieri dello shopping e degli affari: imperdibili le vie nei pressi di Plaza del Ayuntamiento dove sorprende la maestosità degli edifici, molti dei quali ospitano banche e magazzini, il cui stile modernista ricorda quello di Antoni Gaudì.
Non ci si deve lasciar sfuggire nemmeno la Plaza de Toros, la Estaciòn del Norte, cioè la monumentale stazione ferroviaria con i suoi mosaici e le sue decorazioni interne e esterne, e il Mercato Central, che, funzionante dal 1928, attira i turisti per il suo caratteristico edificio modernista e per la ricchezza dei profumi e dei sapori valenciani che vi si può trovare.



Ma Valencia è questo ed altro: passeggiare per la città significa non solo ammirarne l'architettura e comprenderne la sua storia, bensì osservare anche la cultura di un popolo e il suo stile di vita, il suo pensiero e le sue priorità. Sono ammirevoli le attenzioni che la città quotidianamente riceve, in particolare la cura dei giardini pubblici e non solo quelli più importanti. Sembra che gli spazi verdi giochino un ruolo fondamentale nella vita dei valenciani, sia le attività sportive che quelle di relax acquistano valore se esercitate tra gli alberi o sull'erba.
Ovviamente una menzione particolare meritano gli spettacolari giardini del Turia, sorti sul vecchio letto dell'omonimo fiume quando la sua posizione, al centro della città, iniziò ad apparire ingombrante e pericolosa. Un percorso lungo, ma piacevolissimo, di nove chilometri all'ombra di imponenti alberi, annusando profumo di erba fresca, giocando con gli schizzi delle fontane, passeggiando tranquillamente, praticando sport, andando in bici.....una vera oasi di benessere.















Attraversando i giardini in direzione sud, ecco che si aprono le porte del futuro: la Città delle Arti e delle Scienze! Un capolavoro di architettura post-moderna, un complesso di edifici da film nello spazio, un luogo dove scienza, arte, natura e cultura accendono la fantasia e stimolano la conoscenza.






E' qui che sorge l'Oceanografico di Valencia, l'acquario più grande d'Europa, un viaggio nel viaggio attraverso i mari del mondo, uno spettacolo intercontinentale di ambienti marini e specie animali.


 


 


















E come nella narrazione di un romanzo che ci tiene incollati alle sue pagine fino alla fine, questa splendida città non ha finito di sorprendere e ha ancora da offrirci un altro capitolo: il suo meraviglioso litorale, poesia per tutti coloro che amano perdersi con lo sguardo tra cielo e mare.


 



Sabbia dorata e immensa, mare senza confini, lungomare d'eccellenza, chiringuiti e locali per assaporare le specialità tradizionali sia di giorno che di notte.
Per quanto mi riguarda, non ho saputo rinunciare nemmeno alla colazione in spiaggia: non potevo perdermi lo spettacolo del sole di prima mattina, il riverbero dei suoi raggi, ancora timidi, lì dove terra e mare si incontrano. 



"Ci sono molti modi di arrivare, il migliore è partire."
- Ennio Flaiano -





martedì 26 maggio 2015

Il mare stellato dell'isola di Vaadhoo, Maldive

Pensare di volare tra le stelle, di solito, rimanda all'idea concreta di un viaggio in aereo, ma immaginare di nuotare tra mille piccole luci blu sembra, piuttosto, un pensiero romantico e fantasioso. 
Eppure esiste un posto in cui, ogni notte, come per uno strano incantesimo, pare che il mondo si capovolga e che tutto intorno si animi in uno spettacolo magico. Questo posto è l'isola di Vaadhoo, un gioiello al centro dell'Oceano Indiano, perso tra tantissimi altri isolotti, abitati e non, che compongono gli atolli dell'arcipelago delle Maldive. 

Il luogo è un'incantevole miniatura di attrattive naturali, un richiamo per tutti gli amanti del mare e delle immersioni, un seducente invito alla pace interiore e alla riflessione. 

Lungo la spiaggia di Vaadhoo, nelle ore notturne, una meravigliosa danza di luci blu si muove sulle note piacevoli delle onde che, in questa culla paradisiaca, incantano e rapiscono ogni essere.
Ovviamente non è magia! Si tratta di un fenomeno naturale noto con il nome di bioluminescenza, causato dalla consistente presenza in queste acque di particolari organismi vegetali, che costituiscono una delle specie del fitoplancton, i quali, per particolari impulsi elettrici e per una singolare reazione chimica, generano questo straordinario spettacolo.  


"Tutta l'infelicità dell'uomo proviene da una cosa sola, non sapersene stare quieto in una stanza."
- Bruce Chatwin -

venerdì 24 aprile 2015

Da sud a nord nel Queensland, Australia

"Sunshine State": è così che  viene chiamato il Queensland, uno stato dell'Australia situato a nord-ovest della grande isola, un territorio tutto da scoprire, un luogo dalle numerose meraviglie da non lasciarsi sfuggire.

Brisbane è la capitale e da qui inizia questo viaggio straordinario. Geograficamente, questa magica città è collocata sull'omonimo fiume che, tra le mangrovie, scorre assicurando piacevoli momenti a chi ne segue il corso; è stupendo poter pagaiare in canoa o in kayak, favoriti dal clima subtropicale della zona, tra splendidi giardini e imponenti grattacieli, ammirando la città, magari illuminata dai colori del tramonto. 

Imperdibile il passaggio sotto lo Story Bridge e, di più, la sua scalata, per godere di una vista mozzafiato sulla città al luccichio del fiume e sulla baia di Moreton. Questo ponte d'acciaio è un simbolo storico poiché fu costruito, per volontà del governo, durante il periodo della Grande Depressione al fine di contrastare la povertà e creare posti di lavoro, e fu intitolato al governatore del Queensland, John Douglas Story. 

Un altro luogo, da cui assistere ad uno spettacolo panoramico, è il Kangaroo Point, una penisola divenuta il ritrovo per gli appassionati di arrampicata su roccia e di discesa in corda doppia: le sue scogliere con pareti di venti metri sono battute da esperti scalatori e da principianti, questi ultimi guidati da istruttori molto preparati. Potrebbe sembrare un'attività faticosa, ma meglio considerarla semplicemente eroica e salutare, soprattutto se si immagina che la giusta ricompensa sia uno straordinario skyline della città. Le scogliere offrono anche tante zone per un meritato relax.

L'alternativa alla salita è la Riverwalk, una passeggiata galleggiante di circa venti chilometri lungo la quale poter sostare e tirare profondi respiri. 


Percorrendola dalla riva nord a quella sud, si ha accesso alla South Bank, quel caratteristico angolo della città noto per i giardini e i parchi meravigliosi, ma anche per le attività culturali, per gli eventi musicali e per i festival.
Qui hanno sede ristoranti e caffè per tutti i gusti, negozi, mercati, ma soprattutto fontane e piazze incorniciate nel verde e, per completare la cartolina ricordo del luogo, la maestosa ruota panoramica.




E per trovare sollievo dalla calura e dal lungo cammino, è sufficiente dirigersi verso Streets Beach, la spiaggia artificiale di Brisbane: essa si sviluppa su una laguna circondata da sabbia, palme e piantagioni esotiche; l'acqua è sempre pulita e ciò le ha consentito di ricevere dei riconoscimenti, mentre la sabbia viene ogni anno trasportata in una quantità di circa settanta tonnellate.

Poco più a sud di Brisbane non si può fuggire dall'effetto calamita di Gold Coast, il litorale dell'oro popolare per i suoi tantissimi chilometri di spiagge dorate, per le onde inseguite dai surfisti, per i grattacieli che si specchiano nell'oceano. Surfers Paradise è, in assoluto, il gioiello di questo tratto costiero: ci si può godere il sole o cavalcare sulla sabbia, scaricare l'adrenalina in uno dei tanti parchi a tema, curiosare tra i mercatini serali o, ancora, gustare un aperitivo in alto, ma così tanto in alto, da non sapere più dove voltare lo sguardo.

A nord della capitale si estende, invece, la Sunshine Coast ed ecco l'imbarazzante piacevole sensazione di non riuscire a scegliere dove sdraiarsi su altrettanti chilometri di spiaggia incontaminata. Uno dei luoghi più frequentati è Noosa, piacevole, elegante, rilassante, ma anche ricca di opportunità e di attrazioni. Dall'oceano ai grattacieli ai docili koala: un connubio di esperienze straordinarie!

Dal Sunshine Coast Airport o, in traghetto, dalla Baia di Hervey è possibile raggiungere Fraser Island, la più grande isola di sabbia al mondo, dichiarata dall'UNESCO Patrimonio mondiale dell'Umanità. Il suo nome in lingua aborigena locale è K'gari, e questo lascia intendere molto poiché significa "paradiso". 
Qui non esistono strade asfaltate ma solo sentieri di sabbia, ragion per cui l'unico mezzo per muoversi sul posto è il fuoristrada: niente male! L'isola è, dopo la Tasmania, il territorio australiano più ricco di laghi, se ne contano almeno cento e sono i laghi di acqua dolce più puliti al mondo. 
Passeggiare tra le antichissime foreste pluviali, sfrecciare tra le dune di sabbia colorata dette The Cathedrals, raggiungere il relitto del Maheno per un tuffo nella storia, con i suoi tre piani e mezzo sepolti sotto la sabbia, perdersi di fronte all'oceano, ammirare le megattere in migrazione e le specie rare di uccelli: è proprio un paradiso assolutamente naturale. 

Procedendo sempre verso nord rispetto a Brisbane, una tappa, che racconta ancora quanto la natura sia un universo misterioso e spettacolare, è senz'altro Bundaberg, ufficialmente la storica città dello zucchero e del rum, situata sulla Coral Coast. 
Sulla spiaggia di Mon Repos, da novembre a gennaio, le tartarughe nidificano e depongono le uova, mentre, da gennaio a marzo, le piccole tartarughine cominciano già a lasciare le prime impronte sulla sabbia: è uno spettacolo singolare a cui vale davvero tanto assistere, potendosi organizzare anche in gruppi guidati di notte. Da Bundaberg, inoltre, è possibile accedere a Lady Elliot Island e Lady Musgrave Island, le due isole che fanno parte della Grande Barriera Corallina meridionale, due gioielli da cui immergersi e ammirare il mondo sottosopra.

E se tutto ciò ancora non bastasse a lasciare senza parole, ci pensano le isole Whitsunday, sempre più a nord: un arcipelago di 74 isolotti che galleggiano nel cuore della Grande Barriera Corallina.
Esse furono scoperte nella domenica di Pentecoste (Whitsunday) del 1770 dal Capitano Cook: alcune sono piccolissime, altre disabitate, altre ancora sede di resort lussuosi, tutte però caratterizzate da sabbia color borotalco, acque cristalline e colonie di coralli variopinti.


Quando si parla di Australia la prima immagine a cui si fa riferimento è quella dei canguri e, effettivamente, sono animali che vivono solo su questo territorio e nella Nuova Guinea. Nel Queensland, le principali città hanno zoo e parchi naturali dove poterne incontrare alcuni da vicino, oppure è necessario spostarsi nell'entroterra dalle ore del tramonto in poi, dato che si tratta di marsupiali notturni.



"I veri viaggiatori, non sono persone ricche ma curiose.
 Non sono alla ricerca di comodità, ma di novità, sorprese."
- Paolo Crepet -

martedì 14 aprile 2015

A Delft insieme a "La ragazza con l'orecchino di perla", Tracy Chevalier

Una testimonianza d'arte pura, semplice, perfetta; un'opera insolita perché rappresenta proprio ciò che è, un ritratto; un capolavoro che cattura l'attenzione per la sua spontaneità, per l'espressione eterea del soggetto, per la sua naturalezza, per la purezza dei colori. 
Questo dipinto, firmato Jan Vermeer e attualmente custodito all'Aia, risale al 1665-1666 e rappresenta il punto d'arrivo, ma, implicitamente, anche quello d'origine di tutto il romanzo di Tracy Chevalier. 
"La ragazza con l'orecchino di perla", infatti, ci conduce, nobilmente, nella vita privata ed artistica di questo celebre pittore, e in quella umile e coraggiosa della sua domestica Griet che, secondo la narrazione fantastica dell'autrice, è la musa ispiratrice di questo splendido ritratto. Il loro incontro avviene nella tranquilla città di Delft, nei Paesi Bassi, dove entrambi trascorrono tutta la loro vita. Griet la descrive come una città quieta, raffinata, nettamente distinta tra il quartiere dei papisti e quello dei protestanti, con il suo mercato, la sua piazza principale e il suo storico canale, terra d'arte in fatto di pittura e decorazione della porcellana, caratterizzata da temperature piuttosto rigide nei mesi invernali, ma anche da una gran luce in quelli primaverili.
E' proprio l'arte ad avvicinare la giovanissima protagonista al pittore, uomo singolare e padre di famiglia: Griet è una domestica di quei tempi, con esigue conoscenze di lettura e scrittura, ma con uno spiccato senso artistico, un'innata capacità di cogliere la bellezza dei colori, di distinguere i dettagli, quei particolari che rendono l'opera un capolavoro. Vermeer, da parte sua, non si lascia sfuggire gli aspetti e i pensieri più reconditi della ragazza, dalla quale è attratto e sulla quale esercita il suo fascino speciale. Lei lo comprende e lo sostiene, a volte contrariamente ai suoi principi, lui la ammira e la domina, ma, nonostante ciò, alla fine è Griet il personaggio più forte e determinato, mentre Vermeer appare inquieto e infelice, tormentato dall'incapacità di comunicare la sua ricerca della perfezione artistica, anche a svantaggio della soddisfazione economica.
Del resto nella vita non tutti riescono ad accettare dei compromessi...


"Ti dipingerò come ti vidi la prima volta, Griet. Così come sei."
- Tracy Chevalier -

lunedì 30 marzo 2015

Un tuffo nelle piscine naturali più belle al mondo

La natura sa essere davvero straordinaria, specie in assenza dell'intervento dell'uomo, e le sue potenzialità ci permettono, nel tempo, di godere di spettacoli unici, muovendoci, magari, anche a qualche riflessione su quanto la vita sia meravigliosa e su come viaggiare ne sia un inevitabile arricchimento.
Vi sono, per esempio, dei luoghi in cui l'acqua, sia dolce che salata, si è pazientemente fatta strada dove mai si sarebbe immaginato, dando vita a vere e proprie piscine naturali, angoli di mondo in cui lasciarsi cadere assaporandone, attimo per attimo, tutta la loro spontanea bellezza.

A largo della costa messicana, nelle acque dell'Oceano Pacifico, a breve distanza da Puerto Vallarta, galleggiano le Isole Marieta, un arcipelago solitario e disabitato che, negli anni precedenti alla Prima Guerra Mondiale, è stato sede di test militari e che, solo dopo lunghe proteste, è stato dichiarato Parco Nazionale, protetto dal governo messicano al punto che ora le uniche attività consentite sul posto sono il nuoto e la canoa.
Queste piccole isole nascondono gelosamente una spettacolare spiaggia segreta, la Playa de Amor o Hidden Beach, un rifugio paradisiaco all'interno di un vecchio cratere vulcanico: acque cristalline e sabbia bianchissima, uno spettacolo godibile al prezzo di una piacevole nuotata, poiché il luogo è collegato all'oceano solamente attraverso un tunnel facilmente percorribile. Le uniche visite autorizzate sono quelle guidate in partenza da Puerto Vallarta.

Sempre in Messico, nella regione dello Yucatàn, 
non lontano dalla città di Pistè, si può assistere al miracolo di un buco molto profondo e perfettamente circolare, una cavità naturale circondata da piante tropicali in cui tuffarsi per un bagno unico in acqua dolce, fresca e cristallina: il Cenote Ik-Kil. 
Il luogo è davvero particolare e suggestivo, viene chiamato anche Sacro Cenote Blu per il colore che l'acqua assume quando i raggi del sole la lambiscono; tucani, pappagalli e scimmie completano questo splendido habitat esotico.

Un'altra incantevole opera d'arte, senza la firma 
di un autore, è la Hamilton Pool, in Texas. Questa piscina si è formata a seguito del crollo spontaneo di una cupola che sovrastava un fiume sotterraneo, facendo sì che il posto assumesse, nel suo complesso, una forma quasi sferica; la conca piena d'acqua, pulitissima e di colore verde, continua ad essere alimentata dal torrente che vi si tuffa dando vita ad una cascata. Si tratta di un capolavoro incorniciato in un'area protetta tra orchidee e felci giganti, a cui vi si accede rispettando severe limitazioni.

Il mondo è davvero pieno di sorprese e, come in un teatro, bisogna solo prendere posto.


"C'è una gioia nei boschi inesplorati, c'è un'estasi sulla spiaggia solitaria, c'è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, e c'è musica nel suo boato. 
Io non amo l'uomo di meno, ma la Natura di più."
- George Byron -

domenica 15 marzo 2015

Il mondo a piedi, David Le Breton

Perché prefiggersi una meta e raggiungerla in modo tale che il percorso da compiere non abbia la giusta importanza, non abbia significato alcuno? Forse non c'è abbastanza tempo o, semplicemente, la strada da compiere è tanta?
Le risposte sono varie e differenti, ogni individuo ha le proprie ragioni, ma, di certo, in una società moderna e tecnologicamente avanzata, il viaggio è, riduttivamente, identificato con la destinazione, rinunciando così al valore delle tappe intermedie.
David Le Breton è un antropologo e sociologo francese, docente universitario a Strasburgo, che, in questo intenso saggio, rammenta ad ognuno di noi i maggiori benefici che ne deriverebbero da un viaggio, anche molto breve, ma compiuto nel modo più antico e più semplice: camminando!
La vita ci priva, quotidianamente, del piacere di osservare e riflettere intorno e dentro di noi, la tecnologia e il tempo tiranno ci alienano rispetto a sentimenti e valori essenziali. Camminare ci permette di godere di ogni attimo, di ammirare i paesaggi e la natura, i colori e i luoghi, di incrociare nuovi sguardi, di respirare a fondo, di riscoprire il contatto con la terra e con se stessi. "Camminare significa aprirsi al mondo", imporre la propria libertà di riflessione e meditazione contro i ritmi frenetici di ogni giorno; il viaggiatore a piedi non vuole solo raggiungere la destinazione, quanto assaporare tutto il cammino.


"Comprate delle scarpe nuove e camminate."
- David Le Breton -

sabato 14 marzo 2015

I pirati e le balene di Sainte Marie, Madagascar

Ma...i pirati saranno davvero esistiti? Intendo quelli del genere di Johnny Depp, certo un po' meno surreali e fantasiosi, ma, magari, ugualmente caratteristici e leggendari, lontani dall'idea di pirateria moderna. Ebbene l'isola di Sainte Marie ce ne regala alcune testimonianze, seppure non si riscontrino tracce di tesori nascosti chissà dove.

Quest'isola, che in malgascio si chiama Nosy Boraha, è una lacrima nell'Oceano Indiano, una deliziosa cornice corallina di fronte alla costa orientale del Madagascar, la cui storia tra il XVII e il XVIII secolo evoca personaggi e attività, appunto, di pirateria. In quel periodo, infatti, la sua posizione geografica risultò strategica per assalire le navi di ritorno dalle Indie Orientali, divenendo pertanto un punto d'approdo internazionale di pirati di diverse nazionalità, tra cui si ricordano Olivier Le Vasseur, soprannominato La Buse, William Kidd, Jhon Avery, Thomas Tew...
L'isola divenne la loro seconda patria e si integrarono perfettamente con la popolazione locale, come testimoniato dalle sepolture presenti nel pittoresco "cimitero dei pirati", che si trova a Ile Aux Forbans, un promontorio nella cui baia giacciono anche i resti delle loro navi.

Sainte Marie è un grande sogno tropicale concentrato nelle ridotte dimensioni del posto, spiagge bianche, baie cinte da barriere coralline, l'ombra offerta da gigantesche palme da cocco, ricca vegetazione, bungalows direttamente sull'oceano. 
Qui regna un'atmosfera tranquilla e cordiale, la vita scorre al ritmo del sole e della natura, e la gente del luogo ne è fiera; non esistono città, ma piccoli agglomerati e la capitale, Ambodifotatra, non è altro che un grande villaggio con il suo caratteristico mercato.


Ovviamente a Sainte Marie anche la fauna, sia di terra che di mare, concede incontri spettacolari: pesci tropicali, tartarughe marine, delfini, lemuri, camaleonti.....ma, ancor di più, le balene megattere. Da luglio a settembre, infatti, in queste acque calde si apre la stagione degli amori per le balene, che, a grandi gruppi, migrano dall'Antartide per partorire e per accoppiarsi. Tante escursioni organizzate consentono di partecipare, nel pieno rispetto, a questo momento emozionante, durante il quale si può assistere anche alle acrobazie acquatiche di questi splendidi animali.


"Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo."
- Lao Tzu -