Marco Polo aveva solo diciassette anni quando, nel 1271, intraprese con suo padre e suo zio, abili e ricchi mercanti, quel lungo viaggio durato 24 anni che lo rese celebre conoscitore di una parte di mondo ancora oggi ignota a molti, me compresa.
Egli affidò le sue particolareggiate descrizioni geografiche, storiche, etnologiche, botaniche, politiche dell'Asia Medievale alla penna fantasiosa di Rustichello da Pisa, conosciuto nel carcere genovese dove Marco Polo fu imprigionato a seguito della battaglia tra Genova e Venezia cui prese parte al suo ritorno.
Il suo viaggio seguì la cosiddetta Via della Seta fino alla Cina, che allora si chiamava Catai, e impiegò tre anni solo per raggiungere l'Estremo Oriente.
Il "Libro delle Meraviglie" noto come "Il Milione", o semplicemente "Milione", rappresenta il primo vero diario di viaggio di tutti i tempi e, ad oggi, ne esistono più di 80 copie manoscritte in tutto il mondo e in lingue differenti, la più importante delle quali risiede nella Biblioteca Nazionale di Parigi. Le sue narrazioni furono significative anche per Cristoforo Colombo che, ancora alla sua morte, rimase convinto di aver raggiunto il Catai, e per molti altri esploratori a venire.
In realtà alcuni storici sono scettici nell'attribuzione dell'intero viaggio al Polo, mettendo in discussione il suo arrivo e la sua permanenza alla corte di Kublai Khan in Estremo Oriente, e sostenendo che i suoi racconti appartenessero ad altri mercanti dell'epoca. Essi ritengono che tra le pagine del libro non vi sia menzione di costruzioni, come la Grande Muraglia, o di abitudini quotidiane, come la stessa lingua cinese, impossibile da tralasciare. Ma è pur vero che ognuno di noi è sensibile a ciò che vive o vede in modo differente, senza peraltro dimenticare che i racconti di Marco Polo furono riportati per iscritto dal suo compagno di prigionia, la cui fantasia magari in alcuni punti agì liberamente e in altri ne sottrasse qualche particolare.
Sicuramente l'esperienza vissuta, anche solo in parte, da questo giovane uomo ha influenzato parecchie persone del tempo, lasciando immaginare loro altri paesi, altre etnie, altre usanze e abitudini, e alimentandone il desiderio di avventura e conoscenza.
"Non ho raccontato nemmeno la metà di quello che ho fatto e veduto nei miei viaggi, perché sapevo che non sarei stato creduto."
- Marco Polo -
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