L'arte è inscritta nel patrimonio genetico di chi la esercita a prescindere dal proprio sesso, e Artemisia Gentileschi è stata prima di tutto una pittrice in un momento storico in cui una forte mentalità maschilista non lasciava spazio alle donne sulle scene del mondo artistico.
Il romanzo si colloca temporalmente nel 1612, quando Artemisia, figlia del noto pittore Orazio Gentileschi, affrontò innanzi al tribunale dell'Inquisizione di Roma il processo contro Agostino Tassi, suo maestro e amico del padre, per averla ripetutamente stuprata. Questa vicenda la segnerà profondamente come donna e come artista, per essere stata esposta ingiustamente al pubblico giudizio e per le ferite riportate alle mani a seguito delle torture subite. A ciò si aggiungerà l'allontanamento dal padre, il quale preferì curare i propri interessi economici piuttosto che imporsi al fine di restituire alla figlia onore e dignità. Ma Artemisia non permise che tali eventi sfortunati sminuissero la sua tenacia e la sua volontà di affermarsi come pittrice e come donna, costruì reputazione e carriera grazie alle sue sole abilità artistiche tanto da essere la prima donna ammessa all'Accademia del Disegno di Firenze. La sua originalità e la sua intraprendenza le consentirono quindi di guadagnarsi da vivere con i suoi quadri e, di conseguenza, fu sempre alla ricerca di valide commesse viaggiando molto e soggiornando a lungo nelle più belle città italiane: Firenze, Genova, Venezia, Napoli.
E' alla luce di questi splendidi scenari che si celebrò la sua affermazione di artista e di donna libera e indipendente.
"Dai genitori impari l'amore, le risate e come mettere un piede dietro l'altro. Ma quando apri un libro, scopri di avere le ali."
- Helen Hayes -
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